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Il marketing non è un evento, ma un processo

MINO RAIOLA: quando il marketing è presente e vincente anche nel calcio

In questi giorni la notizia che tiene banco nel mondo del calcio mondiale è il presunto passaggio di Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United per la cifra monstre di 125 milioni di euro!
Mai nessun giocatore era stato pagato tanto, ma davvero il francese vale questa cifra?
Non sono in grado di darvi la risposta, ma non è questo il punto…cerchiamo di analizzare nel dettaglio la motivazione per cui si è arrivati qui.
La risposta è semplice, si chiama marketing, si chiama Mino Raiola.
Mino Raiola e il marketing ma cosa c’entra? C’entra, c’entra, anzi posso affermare con assoluta certezza che Mino è un genio assoluto del marketing.
Vediamo i perché e quali tecniche ha utilizzato il procuratore originario di Nocera Inferiore.
Non so se le abbia mai studiate, ma poche volte come in questo caso ho notato un applicazione tanto maniacale delle famose P del marketing esistenti e di altre che Mino probabilmente ha ideato per applicarle a proprio piacimento.

- Product: sin dagli inizi della sua carriera Mino ha puntato alla gestione di calciatori di livello mondiale quali Bergkamp, Jonk e Nedved prima, Ibrahimovic, Robinho, Van Bommel e Balotelli dopo, Pogba e Donnaruma per il futuro! Pochi ma i migliori, che scelgono il migliore, ergo se sei nei nella mia squadra sei un giocatore top, altrimenti sei fuori.
- Price: non gli è mai interessato essere bello o simpatico al contrario quasi con arroganza ha sempre palesato il prezzo suo e dei sui assistiti. Noi siamo cari perché siamo i migliori!
- Place: Mino ha sempre cercato di capire e di assecondare quelli che nel calcio contano i più, non squadre e presidenti, ma tifosi. Ha un attenta conoscenza del suo mercato di riferimento e per non perdere nessuna virgola del discorso in fase di trattativa si dice che parli correttamente addirittura 7 lingue.
- Promotion: ha attirato il consumatore fornendogli sempre una convincente ragione per la quale i suoi giocatori sarebbero stati l’ideale per quella squadra. Ci è riuscito anche in situazioni davvero difficili (es. passaggio di Balotelli dal Milan al Liverpool e ritorno).
- People: i giocatori spesso sono impersonali, i giocatori di Mino sono identificati tutti come brand, basti pensare ad Ibrahimovic, Balotelli o Pogba stesso.
- Positioning: non è una delle P classiche del marketing ma credo che Mino la abbia applicata perfettamente a se stesso ed al suo team. Noi siamo i migliori e lavoriamo solo con i migliori. Se non sei un migliore non mi chiamare, non ti voglio. Che tu sia un giocatore, un allenatore, un presidente o una società sei non sei un top con me non lavori.
- Problem solving: anche questa è una delle sue P. In una nota rivista è stato pubblicato un articolo intitolato “Mi chiamo Mino, risolvo problemi”. Effettivamente ogni trasferimento che lo ha coinvolto, seppur complicato,é sempre stato lineare e quasi naturale, senza mai ledere l’immagine di nessuna delle parti.
- Process: questo è forse il punto più sbalorditivo…Mino è riuscito a creare un processo vincente per tutti quello che tecnicamente si chiama win win win.
Prendiamo il caso di Pogba, chi vince in questa operazione? Tutti! Il Manchester che regala ad allenatore e tifosi il colpo dell’estate riscattandosi dalla figuraccia di averlo perso pochi anni fa per pochi spiccioli; Pogba che avrà un ingaggio di 15 milioni di euro ovvero più del doppio di quanto avrebbe percepito alla Juventus; la Juventus stessa che grazie a questa operazione fa una plusvalenza impressionante e fa cassa per rinforzare la squadra.
Ma attenzione vi siete chiesti perché 125 milioni di euro? Perché grazie ad un gentleman agreement inserito dallo stesso Raiola nel contratto con la Juventus, in caso di cessione il duo Pogba-Raiola avrebbe percepito un quinto dell’incassato, ovvero Pogba e Raiola si divideranno 25 milioni di euro!
- Pogba: aggiungiamo ancora un P nel marketing di Raiola e si chiama Pogba. Come scritto in precedenza non ho le competenze per dire se Pogba valga davvero 125 milioni, ma indubbiamente Raiola ha fatto tutto il possibile per far credere che sia così.Anche perché in fondo se analizziamo bene il palmares del polpo francese, è vero che spiccano trofei a livello italiano, ma a livello internazionale non ha mai vinto nullta, non ha entusiasmato allo scorso europeo, non è ancora maturo al 100% e probabilmente non è uno di quei giocatori in grado di spostare da solo gli equilibri di una partita come Messi o Ronaldo!

Quindi che dire! Bravo Mino, il vero fenomeno sei tu!

Complimenti per il tuo marketing, che ricordo per chi non lo sapesse non nasce sui banchi di scuola (maturità classica e 2 anni di giurisprudenza), ma dietro il bancone di un bar come cameriere prima e da titolare di ristorante un Mc Donald’s dopo, prima acquistato e poi rivenduto, chissà con quale plusvalenza.

#ilmarketingnelcalcio

BY CLAUDIO CITZIA

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